La logica della lampara
N.2 della serie con il vicequestore Vanina Guarrasi
Eccoci alla seconda indagine del vicequestore aggiunto Vanina Guarrasi.
Del primo – Sabbia nera – vi ho già parlato in un precedente articolo.
A partire da questa settimana, diraderò la pubblicazione degli articoli: non tutti i lunedì riuscirò a preparare un articolo. Questo perché sto lavorando molto seriamente al mio secondo romanzo con le indagini di Eva Graneris.
Il prossimo articolo sarà un suggerimento di lettura legato alla seconda indagine del commissario capo Armand Gamache, mentre quello successivo vi parlerò del primo romanzo di una trilogia.
Antefatto:cos'è la logica della lampara
Lascerei la parola a Sante Tammaro, il giornalista che compare nelle primissime pagine del romanzo e che incontriamo mentre è a pesca con il suo amico Manfredi Monterreale: … la pesca con la lampara è una cosa lenta, senza tempi. Una filosofia se vogliamo.
La logica del romanzo
La vicenda prende l’avvio da quando in questura alla sezione Reati contro la persona – la vecchia e cara Omicidi che da qualche anno in Italia non si chiama più così, con buona pace di Maigret e di tutti noi lettori appassionati di gialli e thriller – il vicequestore aggiunto Vanina Guarrasi riceve una telefonata.
La voce contraffatta di una donna, dopo aver chiesto di parlare solo con lei, denuncia la possibilità che a un tal indirizzo di Catania sia stato commesso l’omicidio di una giovane donna.
La pesca alla lampara sarà la metafora attorno alla quale ruoterà tutta la vicenda.
I personaggi
In questo romanzo vengono delineati meglio quelli che saranno i personaggi fissi della serie.
Vanina, intuitiva, tormentata, decisa, incapace di cucinare eppure grande amante della buona cucina siciliana, fumatrice accanita, avrà sempre più come amica e come alter ego Marta Bonazzoli.
Bresciana, vegana, salutista, spericolata nella guida e amante dei motori oltreché della natura.
Due donne agli antipodi, Sud/Nord.
Eppure sempre più amiche a affiatate, romanzo dopo romanzo.
Il vice di Vanina – Carmelo Spanò – sarà sempre meno spalla e si arricchirà di caratteristiche personali e familiari che ce lo renderanno caro.
Anche se il vero collaboratore di Vanina sarà il commissario in pensione Patanè.
Anche in questo caso, l’accoppiata gioca sui contrasti: Patanè è anziano, è uno sciupafemmine vecchia maniera, non sa usare la tecnologia più di tanto e nutre seri dubbi sul ruolo delle donne in polizia.
Eppure tra i due scatta subito una scintilla che li unisce e li porterà ad avere un profondo rispetto l’uno dell’altra, indagine dopo indagine: al di là delle differenze, entrambi hanno la logica dello sbirro che li accomuna.
Infine vi segnalo la coppia costituita dal padre di Vanina – un eroe ucciso dalla mafia proprio sotto gli occhi della figlia e ci è chiaro che questa figlia non troverà pace finché non avrà arrestato tutti i responsabili di quell’omicidio – e il patrigno di Vanina, un valente chirurgo, appartenente a una delle famiglie che contano a Palermo e che ha amato e cresciuto Vanina come una figlia, ben sapendo di non avere alcuna chance di essere ricambiato.
Oltre alle accoppiate classiche protagonista/antagonista, abbiamo le coppie di innamorati.
Che Paolo Malfitano, magistrato antimafia sopravvissuto a un attentato proprio grazie all’intervento del vicequestore, sia il grande amore tormentato di Vanina, lo abbiamo già scoperto nel primo libro della serie
Ma qui compare un degno antagonista: Manfredi Monterreale, appunto. Uomo dolce, un pediatra palermitano che s’innamora di questa poliziotta e che prova a conquistarla. Per capire se ci riuscirà, non ci resta che leggere anche i prossimi romanzi.
E un’altra coppia amorosa si delinea con maggior chiarezza, anche questa giocata sul contrasto: quella tra la bresciana Marta Bonazzoli, alta magra e vegana e Tito Macchia, il grande capo della Mobile, altro grosso e napoletano.
Questo omicidio c'è stato o no?
Per buona parte del romanzo il vicequestore Guarrasi e la sua squadra indagano su un omicidio che tutti gli indizi e le prove indicano come avvenuto, del quale tuttavia non si trova la prova principale: il cadavere!
Pian piano risulta anche evidente cosa centri la logica della lampara: quando si va a pesca di notte, la luce forte della lampara attira tutti i pesci della zona, li raggruppa tutti attorno a sé e questo permetterà al pescatore, al momento giusto, di portare a casa il suo bottino.
Si tratta di un thriller intenso, adesso non voglio raccontarvi altro per non togliervi il gusto della lettura, ma in questo romanzo avremo a che fare con un certo mondo intellettuale e accademico piuttosto corrotto.
La Cassar Scalia è inoltre piuttosto brava a costruire delle sottotrame che ci spingono ad andare avanti nel voler conoscere come evolvono le vite dei personaggi, al di là della vicenda gialla.
E’ una serie questa che dosa Thriller e Romance con maestria.